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Channel: zucca – La gatta col piatto che scotta
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GLI OCCHI PARLANO. E ANCHE LE VELLUTATE

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Somigliano a un mondo da accarezzare, da prendere e da cingere con le mani, con quella bella e levigata sensazione di completezza e rotondità: penso (a) questo, mentre guardo le zucche che colorano i giorni di novembre e dal novembre assorbono l’arancione, trat-tenendo il suo calore. 

Un mondo che sembra anche un (mappa)mondo, quando chiudi gli occhi e tocchi un punto con l’indice, dopo averlo fatto roteare, prima di vedere dove ti porta. Una meta che è lì ed è sempre stata lì, ad aspettare quel con-tatto.

Un mondo liscio, ma con le sue curve. Che vanno fatte piano, come in macchina e come in moto. Che vanno accompagnate, tagliate, seguite e incoraggiate. Un po’ curve e un po’ colline, che solo dopo averle percorse sai cosa appare, dall’altra parte, a sorpresa.

Un mondo femminile, che si allarga sui fianchi e si offre generoso. Che puoi stringere, percependo bene la forma. La forma della sostanza. Di qualcosa che si sente. E ti piace che si senta, proprio così: pienamente.

Un mondo che ha più spicchi, da incidere e da affettare. Ognuno con la sua buccia/pelle, che fa da contorno e anche da protezione. Spicchi come fasi di luna, quando la notte è ancora da conquistare. Spicchi come opportunità, che si aprono davanti, lì sul tagliere. Spicchi come sorrisi liberi, che nascono da soli e sollevano gli angoli della bocca, quando stiamo bene. Spicchi come vele del kite surf, che sfidano il cielo, il vento, l’aria, lo spazio. E la forza delle (nostre) braccia.

Un mondo che ha più colori e dimensioni, più varietà e sapori simili ma diversi, di cui è importante accorgersi, cogliendo le sfumature. Un mondo che ci invita a giocare: che sia con i pezzi per goderne la carnosità, che sia con la polpa per avere una densa essenza, che sia con una crema per esaltare sensualità e dolcezza.

Quello che vogliamo – e come lo vogliamo – lo dice il piatto che scegliamo, che creiamo e che serviamo. Decorando, arricchendo, inventando.

Gli occhi parlano. E anche le vellutate.

 

VELLUTATA DI ZUCCA ALLA BIRRA CON SEMI E FRUTTA SECCA

 

500-600 g di zucca già pulita

200 ml di birra

Brodo vegetale (q.b.)

Porro (a piacere)

Mix di semi (di lino, zucca, girasole, papavero)

Frutta secca (mandorle, nocciole, pinoli, noci)

Yogurt al naturale (a piacere; facoltativo)

Olio extra vergine di oliva

Sale

 

Fate sobbollire la birra per una decina di minuti.

Tagliate a rondelle il porro e la zucca a dadini. In un pentolino dai bordi alti con un filo d’olio e un pizzico di sale, fate soffriggere il porro e poi unite la zucca. Lasciatela insaporire qualche minuto e versate la birra, facendola un po’ evaporare. Aggiungete il brodo caldo e cuocete, con il coperchio, per 20-30 minuti, finchè la zucca sarà morbida. Frullate con un frullatore a immersione, aggiungendo acqua caldo o brodo avanzata, se necessario. Regolate di sale.

In un padellino, tostate per qualche minuto il mix di semi e la frutta secca, intera o tritata grossolanamente.

Impiattate, versando la vellutata in scodelle o coppette e decorando con i semi e la frutta secca, a vostro gusto (ed estro!).

*Se volete, aggiungete anche dello yogurt, per un tocco di bianco e un gusto acidulo che ben si sposa con il dolce della zucca e con la birra

**La ricetta di base della vellutata di zucca alla birra viene da “Sale&Pepe” di ottobre

 

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